Acrilico olio e inchiostro su tela cm 60x60
"Se mi faccio comprare, non sono più libera, e
non potrò più studiare: è così che funziona una mente libera"
Ipazia d'Alessandria (350/370 - 415), scienziata
Ipazia d'Alessandria (350/370 - 415), scienziata
Filosofa
e scienziata, Ipazia riuscì a ottenere un forte peso politico e culturale in
un’epoca in cui le donne non avevano la possibilità di distinguersi nella
scienza. Ipazia divulgò il sapere matematico, geometrico e astronomico. Inoltre,
si dedicò anche alla filosofia vera e propria, relativa a pensatori come
Platone, Plotino (fondatore del Neoplatonismo) e Aristotele.
Ipazia succedette al padre nell’insegnamento presso il Museo di Alessandria d’Egitto già dal 393. Ipazia, nota per la sua bellezza, non si sposò mai e all'età di 31 anni assunse la direzione della Scuola neoplatonica di Alessandria. Filostorgio, storico della Chiesa, afferma che la donna “introdusse molti alle scienze matematiche”: sua caratteristica principale fu infatti la generosità con cui tramandava pubblicamente il sapere, tanto che ella divenne un'autorità e un punto di riferimento culturale nello scenario dell'epoca. Un giorno, un gruppo di fanatici cristiani la trascinò fino a una chiesa e la fece letteralmente a pezzi. Le varie parti smembrate del suo corpo furono portate al cosiddetto Cinerone, dove si dava fuoco a tutti gli scarti, e furono bruciate perché di Ipazia non rimanesse nulla.
Ipazia succedette al padre nell’insegnamento presso il Museo di Alessandria d’Egitto già dal 393. Ipazia, nota per la sua bellezza, non si sposò mai e all'età di 31 anni assunse la direzione della Scuola neoplatonica di Alessandria. Filostorgio, storico della Chiesa, afferma che la donna “introdusse molti alle scienze matematiche”: sua caratteristica principale fu infatti la generosità con cui tramandava pubblicamente il sapere, tanto che ella divenne un'autorità e un punto di riferimento culturale nello scenario dell'epoca. Un giorno, un gruppo di fanatici cristiani la trascinò fino a una chiesa e la fece letteralmente a pezzi. Le varie parti smembrate del suo corpo furono portate al cosiddetto Cinerone, dove si dava fuoco a tutti gli scarti, e furono bruciate perché di Ipazia non rimanesse nulla.